Lorenzo Tosa

Con uno straordinario atto di disobbedienza civile la Ong Mediterranea ha sfidato apertamente governo e ministero dell’Interno ed è sbarcata questa sera nel porto di Trapani - invece che nella lontanissima Genova - con a bordo dieci migranti, tra cui tre minori.

Il governo, con un atto di sadismo istituzionale, aveva indicato Genova come “porto sicuro”, a 1000 chilometri di distanza, ma l’equipaggio si è opposto in nome del diritto del mare e, soprattutto, della Costituzione italiana.

Il comandante Paval Botica e il capomissione Beppe Caccia si sono assunti la “piena responsabilità” di questa scelta con parole a cui non siamo più abituati.

“Non possiamo tollerare giochetti politici sulla pelle di dieci ragazzi che stanno male e devono essere curati, gettati in mare a calci e pugni, di notte, dai miliziani libici, con onde oltre il metro e mezzo, come fossero rifiuti.
Che il governo se la prenda con noi, non con i naufraghi superstiti. Disobbediamo a un ordine ingiusto e inumano del ministero dell’Interno. Ma così facendo obbediamo al diritto marittimo, alla Costituzione italiana e alle leggi dell’umanità”.

Mi vergogno, da cittadino, di un governo che costringe vittime di torture e di odissee indicibili a fare mille chilometri in mare in condizioni psico-fisiche critiche per pura propaganda.

Mi inchino dinnanzi agli autori di un gesto di questi tempi eroico.

Con Mediterranea. Con chi salva vite in mare, con chi resta umano.

Sempre.

@attualita

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