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Il video della dichiarazione di disobbedienza del capo missione a bordo di Mediterranea al Ministero dell’Interno che ha assegnato Genova come “porto sicuro” per le sbarco dei ragazzi salvati da morte sicura
«Il tentativo di imporre Genova per lo sbarco avviene senza che il Viminale tenga minimamente conto delle difficili condizioni psico-fisiche dei dieci superstiti, come ampiamente attestato negli ultimi due giorni dal report e dalla certificazione individuali prodotti dallo staff medico di bordo (dottoressa Vanessa Guidi e dottor Gabriele Risica)». Questo è quanto si legge nella nota diffusa da Mediterranea Saving Humans.
La nave Mediterranea si trova nelle acque del Canale di Sicilia, a poca distanza da Pantelleria, con dieci persone a bordo, soccorse nei giorni scorsi. L’equipaggio ha richiesto di poter sbarcare sull’isola, che è la terra più vicina, dopo che nella notte il Ministero dell’Interno ha indicato Genova come porto sicuro per lo sbarco. Una scelta che, secondo la ong, non considera le condizioni in cui versano i superstiti.
Il comandante e il capo missione hanno subito contattato l’MRCC di Roma, chiedendo che venga assegnato un porto più vicino, tenendo conto delle condizioni di salute dei naufraghi. Le persone a bordo sono kurdi provenienti da Iran e Iraq, egiziani e siriani; tra loro ci sono anche tre ragazzi di 14, 15 e 16 anni, arrivati soli. Hanno alle spalle esperienze di detenzione, maltrattamenti e torture in Libia. Durante la traversata, armati li hanno costretti a partire e hanno visto quattro compagni scomparire in mare. Sono poi stati gettati in acqua dai trafficanti che guidavano la barca. Solo il rapido intervento del team di soccorso ha evitato che si aggiungessero altre vittime.
Secondo Mediterranea, la decisione del Ministero è “inumana”.